Giuseppina Concu e Cristiano Carta

 Samassi «Difficile ogni previsione di riapertura, ma non molleremo»

La Sardegna è in zona bianca e i cinema sono ancora chiusi: ma nemmeno con la loro auspicata apertura, probabilmente i problemi di uno dei settori che più a caro prezzo ha pagato il primo anno di pandemia, potranno essere risolti a breve.

Lo spiegano Giuseppina Concu, e Cristiano Carta, appassionati gestori del cinema di Samassi: l’unica, ultima, resistente sala cinematografica di provincia ancora attiva tra Cagliari e Oristano.

Il cinema in questione è stato, fino a un anno fa e vuole continuare a esserlo, un presidio culturale a tutto tondo per il territorio: normalmente, oltre alle proiezioni programmate, lavora moltissimo con le scuole, le associazioni, le università della terza età.

Un cinema dal passato glorioso, le cui origini risalgono addirittura agli anni del muto, che i suoi gestori sono determinati a difendere, ma il loro amore incondizionato per quella sala, da solo, rischia di vacillare sotto il peso delle incertezze determinate dal Covid.

Cosa impedirebbe oggi la riapertura delle sale?

Le attuali condizioni non consentono ancora al settore di ripartire in maniera strutturata. Si è parlato del 27 Marzo, in concomitanza con la Giornata mondiale del teatro, come una giornata simbolica di riapertura, ma non potrà in ogni caso essere una ripartenza vera, senza la certezza dei film in uscita nazionale. Senza regole scritte e con le deroghe per lo streaming, il mercato è svuotato di contenuti filmici: non esiste di fatto. Aggiungiamo a ciò la carenza dei grandi film americani, che stanno per essere posticipati al 2022, che crea un ulteriore carenza di prodotto.

Avete ricevuto sostegni in questi mesi?

Siamo chiusi da un anno, i sostegni economici ricevuti a tutt’oggi sono stati di entità largamente insufficienti per un’eventuale riapertura: gli aiuti sono ancora fermi al primo periodo del confinamento. Mancano tutti i ristori successivi, che potrebbero costituire una boccata d’ossigeno. Per esempio, anche se chiusi, solo di energia elettrica abbiamo spese che si aggirano attorno ai mille euro al mese: dobbiamo obbligatoriamente fare funzionare alcuni macchinari, che non possono restare spenti.

La vaccinazione potrà darvi una mano?

Il ritardo della campagna vaccinale e il perdurare dei coprifuoco sono ulteriori condizioni che renderanno difficile le riaperture in tutta Italia e noi, anche se siamo zona bianca, risentiamo dei meccanismi di distribuzione nazionali. Inoltre il Comitato tecnico scientifico si è espresso riducendo la capienza delle sale al 25 per cento dei posti a sedere: in aggiunta al divieto di vendita e consumazione di cibo e bevande in sala e nei punti di ristoro interni alla struttura, non riusciremmo neppure a coprire le spese gestionali.

Quindi non c’è via d’uscita?

La nostra intenzione è di aprire le sale in sicurezza, ma avendo la disponibilità del prodotto, per non rischiare di richiudere dopo pochi giorni, per carenza di film. Conserviamo tuttavia una visione positiva: forse una mano ce la potranno dare le arene estive all’aperto, che ci vedono impegnati a livello di organizzatori, e siamo fiduciosi che quando si tornerà in una situazione di sicurezza, le persone riprenderanno ad affollare i cinema, perché ne sentono il bisogno, dopo tanta privazione.

Marco Cazzaniga (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza: Giuseppina Concu e Cristiano Carta

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