Guspini - Sardegna - Dalla passione per il pianoforte alla direzione corale: a tu per tu con il neodirettore
Federico Tuveri è il nuovo direttore del Coro Giovanile Sardo, il gruppo nato nel 2015 su iniziativa della Federazione Regionale Sarda Associazioni Corali, che vanta un repertorio assai variegato e si compone di giovani tra i 14 e i 28 anni, ammessi tramite audizione, provenienti da conservatori o cori isolani.
Classe 1991, originario di Guspini e attualmente insegnante all'Istituto Comprensivo S. Giovanni Bosco - Pietro Leo di Gonnosfanadiga, Federico Tuveri vanta un brillante curriculum: dal diploma a pieni voti al Conservatorio di Cagliari alla partecipazione a masterclass e corsi di perfezionamento pianistici, nonché una ricca esperienza concertistica e di direzione corale.
All'indomani dell'attribuzione del nuovo incarico, il neodirettore ha volentieri risposto ad alcune domande per Il Sardington Post.
Com'è nata la sua passione per la musica?
«Penso che l’avvicinarsi all’ascolto, alla pratica musicale, alla gioia del ritmo e del sincronizzarsi con gli altri sia un’attitudine innata di ogni essere umano. Personalmente, mi sono avvicinato alla pratica musicale in modo curioso. Anni prima che nascessi, i miei nonni acquistarono un pianoforte rimasto a lungo inutilizzato. Fin da bambino ne sono rimasto affascinato e l’ho suonato tanto cercando di farmi guidare dall’orecchio. A 11 anni i miei genitori decisero di farmi seguire lezioni private, ma non durai molto. A 13 seppi dell’esistenza di una scuola di musica, il Conservatorio, e quasi per gioco e con molta incoscienza tentai l’esame di ammissione. Da lì il percorso è stato una scoperta continua che ancora non si è conclusa».
C'è un'esperienza significativa che l'ha segnata nel suo percorso?
«Sono state diverse e anche quelle non tanto positive mi hanno dato grandi insegnamenti. Professionalmente parlando, la Scuola Superiore per Direttori di Coro di Arezzo è stata tra le più importanti: strettamente legata al Concorso Polifonico Internazionale “Guido d’Arezzo”, la Scuola è crocevia di personalità di spicco della coralità mondiale. Con diversi di loro ho avuto l’onore e il privilegio di fare lezione e questo sicuramente mi ha dato modo di costruire un importante bagaglio di conoscenze ed esperienze».
Come si sente a fronte di questa nuova nomina?
«Sono molto felice per questa opportunità, è per me un grande onore potermi mettere a disposizione della mia terra e della coralità. Farò di tutto per essere all’altezza di questo incarico, così come i direttori che mi hanno preceduto».
Cosa spera di trasmettere al suo gruppo canoro?
«Spero di trasmettere al coro la gioia di costruire insieme e condividere un’esperienza alta e allo stesso tempo intima come quella del cantare. Da insegnante di scuola pubblica, inoltre, non posso non considerare il coro come metafora della società e trovo che per un giovane l’esperienza di cantare insieme e di impegnarsi in un obiettivo comune sia tra gli esercizi più importanti. Allo stesso tempo sono certo che lo scambio tra me e il coro sarà reciproco, sono sicuro che da questa esperienza ne verrò fuori profondamente arricchito».
Che consiglio darebbe a chi vuole approcciarsi alla musica come scelta anche professionale?
«Che l'approccio sia amatoriale o professionale il consiglio non cambia: mettersi in gioco, sperimentare, sbagliare e riprovare. Nella musica come nella vita gli errori sono fondamentali, sono punto di partenza per costruire nuove conoscenze e competenze. Sono la traccia del nostro percorso e se non ci fossero sarebbe un grosso problema. Il consiglio è: «Abbiate fiducia che il vostro impegno prima o poi verrà ripagato».
Qual è il suo augurio per il futuro?
«Mi auguro che la musica e in particolare la coralità ricevano la considerazione che meritano nel nostro Stato e nella nostra Regione. Spero che si investa sui giovani, unica vera risorsa per il futuro, sulla loro istruzione e sulla valorizzazione delle loro grandi potenzialità. Mi auguro infine che ogni regione, provincia, città, quartiere, scuola abbia un suo coro e che sempre più persone possano comprendere quanto è straordinario potere cantare insieme.
Chiara Medinas (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata