In nome del popolo basso

 Gonnosfanadiga - “In nome del popolo basso”, le proteste del 1848 raccontate da Marino Melis

Anche Gonnosfanadiga ebbe il suo Quarantotto: precedette di una settimana la rivolta di Guspini, che per 5 giorni si ribellò ai dominatori sabaudi.

Lo si è appreso ieri sera alla Biblioteca comunale di Gonnosfanadiga, durante la presentazione del libro In nome del popolo basso, il cui sottotitolo esplicita il periodo storico preso in esame:“fatti e antefatti della rivoluzione guspinese del 1848”.

A presentare il libro, l’autore guspinese Marino Melis, che ha raccontato a Il Sardington Post la genesi dell'opera: «Sono partito da un excursus storico che ho approfondito, a partire dagli anni che vedono l'arrivo dei Savoia in Sardegna (1720). I cambiamenti introdotti nell’Isola dai sabaudi portarono ben presto ad avere conseguenze pesanti sul tessuto socio economico della Sardegna, fino a portare agli eventi di protesta descritti nel libro».

Nel 1848, un po' in tutta la Sardegna ci furono rivolte e proteste contro le imposizioni del governo sabaudo, a partire dall’Editto delle chiudende, ma anche all’osteggiata introduzione del sistema metrico decimale, la riforma dei consigli comunicativi, la riforma monetaria e tante altre leggi calate dall'alto, senza che il popolo ne riuscisse a comprendere pienamente la portata e la convenienza.

Sull’onda lunga delle proteste del’48, vent’anni più tardi, a Nuoro, ci sarebbero stati i moti di Su Connottu.

Nel libro di Melis, c’è un intero capitolo dedicato a Gonnosfanadiga, come ha spiegato l'autore: «A Gonnosfanadiga ci fu una rivolta che si accese una settimana prima rispetto a quella di Guspini, partita dalle stesse motivazioni di protesta. La rivolta si dissolse rapidamente e senza spargimento di sangue, mentre a Guspini si verificarono episodi cruenti, nei quali venne ucciso il notaio Serpi, segretario comunale, e si registrarono anche altre violenze».

La rivoluzione di Guspini, nell’aprile del 1848, portò a instaurare una sorta di Repubblica, dall’effimera durata di 5 giorni, durante i quali vennero abolite tante delle leggi del governo piemontese, soppressi i dazi e modificati i prezzi dei generi alimentari.

«La rivolta – ha raccontato Melis - venne messa a tacere con l'arrivo di uno squadrone di 60 cacciatori franchi, che diedero la caccia ai rivoltosi e imposero la tregua nel paese».

Nel libro, frutto di una meticolosa ricerca condotta negli archivi comunali e diocesani e all’Archivio di Stato di Cagliari, si raccontano anche i rapporti con le altre comunità in qualche modo collegate a Guspini: oltre a Gonnosfanadiga, Arbus, San Gavino, Villacidro, Sardara, Mogoro, Forru (l’attuale Collinas), Pabillonis, Terralba e Arcidano.

 

R. Isp. © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza: Marino Melis durante la presentazione di "In nome del popolo basso"

Immagini seguenti: Marino Melis e il sindaco di Gonnosfanadiga, Andrea Floris


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