Albertina Piras

 Marmilla - Storie e stagioni nell'ultimo libro di Albertina Piras

Gente di casa – Volume 1 è il nuovo romanzo di Albertina Piras, nota scrittrice villamarese, ex insegnante di scuola elementare di lungo corso: ben 42 anni.

Da questa esperienza e dalle tante collaborazioni con associazioni e istituzioni del paese, nascono le sue opere: una minuziosa raccolta volta a custodire e divulgare le tradizioni e la cultura locale.

Di cosa parla “Gente di Casa”?

È un libro nato da un processo naturale e in un arco di tempo lunghissimo. Nasce dall’unione di piccoli racconti in lingua sarda, di episodi caratteristici o divertenti che si verificavano in casa o venivano raccontati da amici e parenti. Solo in un secondo momento ho pensato di legarli tra loro e tesserli come una vera e propria storia. Li ho ordinati in base al ciclo delle stagioni, che hanno sempre scandito gli eventi della tradizione agricola e popolare, a cui sono strettamente legati i racconti del nostro passato.
La raccolta è in due volumi: il primo, ambientato principalmente dentro casa, nell’arco dell’estate e dell’autunno. Seguirà un secondo volume con racconti incentrati sull’inverno e la primavera, riguardanti l’ambiente esterno, la strada, la gente del paese e alcuni personaggi caratteristici.

Quando e perché ha deciso di scrivere storie del paese?

Ho iniziato a raccogliere i racconti tantissimo tempo fa, anche se non sapevo ancora di volerli trasformare in un’opera unica. Ho iniziato a raccogliere le storielle che i miei zii, nelle occasioni di festa, ci raccontavano: forse ripetitive, ma ci divertivano sempre e intrattenevano le nostre giornate. E io pensavo «chi ce le racconterà quando loro non ci saranno più?» e allora ho cominciato a collezionare questi racconti, li ho appuntati e custoditi in un cassetto per lungo tempo. Li ho accumulati per anni, perché fin da subito mi sono sembrati qualcosa di prezioso, e ho voluto custodirli più che altro per me stessa.
Nel tempo, ho ripreso in mano i racconti aggiungendo qualcosa, nuovi particolari che arricchissero quelle storie oppure altri episodi che venivano raccontati. Poi è nata l’esigenza di tradurli in italiano, per condividerli anche con chi non conosce il sardo, e durante il processo di traduzione ho maturato la consapevolezza di volerli trasmettere e riportare a mia volta, convinta che se non lo avessi fatto, queste storie sarebbero andate perdute.


A quale pubblico si rivolge?

Ognuno scrive prima di tutto per sé stesso e per le persone che conosce, solo in seconda battuta pensa a chi potrebbe leggere il proprio libro. Io, con questo libro, vorrei trasmettere un messaggio alle nuove generazioni, vorrei che possano comprendere a pieno la nostra cultura, le tradizioni popolari di cui sono testimoni e che le facciano proprie al punto di volerle trasmettere alle generazioni future, per farle vivere nel tempo.

Un aggettivo per definire la sua scrittura?

Penso sia adatto autenticità. Ciò che scrivo corrisponde sempre a ciò che sento, mi rivolgo innanzitutto a me stessa, per custodire ciò che ho dentro e per non perderlo, non dimenticarlo. Quindi metto nelle mie opere quanto di più genuino e vivo è in me. E anche i contenuti dei miei libri sono sempre basati su fondamenti storici e sulle tradizioni popolari, su storie di vita vissuta o su testimonianze reali.

Ha preso ispirazione da altri libri o scrittori?

Per questo romanzo non direi: è nato da un processo naturale e spontaneo, e soprattutto è costituito dai racconti e dalle riflessioni di persone diverse. Per altre mie esperienze di scrittura, in particolare nella poesia, sicuramente un’autrice che mi ha colpito e impressionato in maniera particolare è Ersilia Caddeo. Leggere le sue opere è stato per me motivo di grande ispirazione.

A quale domanda vorrebbe rispondessero i suoi libri?

Vorrei che tutti gli aspetti della nostra cultura fossero rappresentati: faccio quanto in mio potere per riuscirci, mi rendo conto quanto sia difficile data la vastità della cultura popolare. Lo faccio per passione personale ma anche per Villamar, perché vorrei che fosse valorizzata. Anche dai miei alunni e nel mio lavoro di insegnante, ho sempre cercato di raccogliere e custodire più informazioni possibili.

 

Per ora l’autrice non ha previsto presentazioni pubbliche, se ne parlerà eventualmente all’uscita del secondo volume, dopo l’estate. Il libro è reperibile presso l’edicola di Villamar o contattando l’autrice attraverso il suo sito internet

T. Giada Podda © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza: Albertina Piras con il suo libro

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