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Furtei, incontro antiviolenza

 Furtei - Centri antiviolenza, servizi sociali e carabinieri, assieme per contrastare il fenomeno

Informazione e prevenzione come strumenti per contrastare la violenza di genere. È stato questo il focus del convegno Non sei sola organizzato nella serata di venerdì 13 dicembre, a Furtei, dall’amministrazione comunale con la partecipazione dell’amministrazione comunale di Segariu, dell’Arma dei Carabinieri e del Centro antiviolenza (Cav) Feminas.

Durante il suo intervento, il comandante della stazione dei Carabinieri di Furtei, Leonardo Santamaria ha sottolineato il lavoro svolto quotidianamente dall’Arma nella lotta contro la violenza di genere, un fenomeno che è purtoppo presente anche nel nostro territorio.

«Nell’ultimo semestre - ha spiegato Santamaria - ci sono stati diversi casi di violenza domestica nel territorio gestito dalla nostra caserma; tre codice rosso in un unico mese. Seppure siamo una piccola realtà, in proporzione al numero di abitanti, i numeri sono preoccupanti». Questi dati, sia pure approssimativi, si sommano a quelli regionali: nei primi tre trimestri del 2024, a livello di province sarde, il numero 1522 ha ricevuto 218 chiamate.
Allarmanti anche i dati forniti dall’Istat e relativi ai femminicidi verificatisi nell’Isola: in controtendenza rispetto all’andamento nazionale, gli stessi hanno subito un aumento del 200 per cento rispetto all’anno precedente.


«La violenza di genere - ha continuato il Comandante - è un problema di sempre più difficile gestione, a tutti i livelli. La rete costruita tra i Cav, l’Arma e i servizi sociali è fondamentale ma serve un cambio culturale da parte delle persone».
Durante l’incontro sono stati passate in rassegna le varie tipologie di violenza - fisica, psicologica, sessuale ed economica - senza tralasciare gli altri atti persecutori, lo stalking e il cyberstalking, fenomeno che sfrutta il mondo del web e la tecnologia in generale per perseguitare la vittima. Nonostante la violenza si evolve e si modifica nelle sue forme, le mura domestiche continuano a essere indicate come il contesto principale in cui si consumano i maltrattamenti.

«La formazione e l’informazione - ha detto Santamaria - sono la prima via d’uscita: la legge ci sostiene, gli strumenti per liberarsi dell’abusante esistono ed è necessario conoscerli così da abbattere quel muro di silenzio anche da parte di chi vede e conosce determinate situazioni e non le segnala».


È emersa, in maniera univoca, la centralità di un’azione sinergica tra i Cav, i servizi sociali e i carabinieri, nel contrasto alle varie forme di violenza di genere, affinché le vittime si sentano tutelate e protette, accompagnate in un percorso complesso che tuttavia permette di riacquisire la propria identità, chiave di volta per liberarsi dalle catene dell’abusante.

Valentina Frau (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza: un momento dell'incontro "Non sei sola"

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