Serrenti - Lui novant'anni, l'edicola che dispensa notizie a tutto il paese sessanta
Una storia in controtendenza quella del novantenne Berardo Pireddu, che in un mondo in cui le edicole stanno scomparendo, da sessant’anni si sveglia all’alba per aprire la sua, a Serrenti: «Tiene in forma e allena la mente. È un bel passatempo e ci consente di restare aggiornati e a contatto con le persone», dice lui ancora oggi entusiasta della sua attività.
La nascita dell’edicola
Il primo mestiere che apprende Pireddu è quello del barbiere, a soli dieci anni, nel salone del padre: «Ho imparato a insaponare la barba – ricorda - poi piano piano a usare il rasoio. Ero apprezzato dai signori nella bottega, dicevano “Guardate Berardo che bravo!”».
Anni dopo, con la sua famiglia gestisce un bar. Nel 1961 rileva una licenza da edicolante da un certo signor Spissu: un investimento concepito per il futuro, visto che per il momento i giornali vengono venduti direttamente nel bar. Le cose però non funzionano benissimo e dopo qualche anno il bar viene chiuso. Berardo, con la moglie Adalgisa Zuddas (classe 1940), trasferisce l'attività di vendita dei giornali nell’atrio di casa. La prima "edicola" è minimale, in una stanza spartana, con il bancone ricavato da una gabbia per polli rivestita di compensato e gli espositori delle riviste realizzati dallo stesso Berardo in legno e filo di ferro. I ricavi non bastano e Pireddu riprende con il lavoro imparato da bambino. Inizialmente opera a Cagliari: «Sapevo fare bene le sfumature che piacevano tanto ai giovani. Lavoravo in uno dei più importanti saloni di Cagliari dell'epoca. Viaggiavo ogni giorno, ma dopo due anni sono riuscito ad avere il mio salone a Serrenti», racconta l'intraprendente novantenne.
Edicolante instancabile
Nel 1970 Berardo Pireddu viene eletto sindaco e si deve dividere tra tre attività. La moglie Adalgisa e i due bimbi nati nel frattempo si occupano soprattutto dell’edicola, ormai divenuta una sede staccata del Comune, dove i cittadini vanno a chiedere informazioni. Nel 1974 l’edicola viene spostata e ampliata: per i clienti, stupiti dalla trasformazione, diviene “La signora edicola”.
«Quando abbiamo trasferito l’edicola – ricorda Pireddu - siamo passati a un locale più grande, l’abbiamo rinnovato e arredato con la migliore attrezzatura moderna del tempo». Nello stesso anno arriva l'ultimogenita, che Adalgisa allatta in edicola ogni qualvolta il marito ha clienti in barberia, o è impegnato in municipio. Nel '75 il mandato di primo cittadino termina e l'intera famiglia si concentra su barberia ed edicola: 10 ore al giorno per 6 giorni a settimana.
«Non c’erano altre edicole a Serrenti, e si doveva tenere aperto, sempre». I tempi sono dettati dalle agenzie di stampa, le vacanze praticamente inesistenti, e coincidono con i pochissimi giorni in cui i quotidiani non sono pubblicati. Nonostante questi ritmi serrati, ogni anno, il giorno dopo Ferragosto, Berardo si ritaglia lo spazio per una gita al mare, sempre in posti diversi della costa: l'unica giornata di ferie lo vede partire all'alba e tornare a tarda notte, riuscendo a visitare ogni anno una nuova destinazione.
La pensione e l'edicola "resistente"
Nel Duemila, Berardo matura la pensione come barbiere, continuando a lavorare all’edicola. Ora lui di anni ne ha quasi 90 e la sua signora edicola ormai 60: una testimonianza dell'affezione per il lavoro e per la missione, nonostante le difficoltà, che un po' dappertutto costringono le edicole alla chiusura e gli edicolanti ad abbandonano il campo.
«Abbiamo una grande soddisfazione - ha commentato Adalgisa Zuddas - quella di avere visto passare a comprare i giornali prima i padri, poi i figli e quindi i figli dei figli. Credo che il ruolo dell’edicolante sia anche quello di costituire un punto di riferimento, sempre aperti e pieni di notizie, come è stato Berardo, soprattutto da ragazzo, sempre in mezzo alla gente».
La storia di Berardo Pireddu e della famiglia invita a non demordere, a trovare nuove strade, studiare soluzioni alternative, nella vita in generale e sul lavoro: anche partendo da una rustica gabbia per polli.
Emanuele Corongiu (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata
Immagine in evidenza: la "Signora edicola" oggi
Di seguito: l'edicola poco dopo il trasferimento, negli anni Settanta