Nicoletta Dessì

 Guspini - Riscoprire i ritmi lenti della vita, tra prodotti locali e passione per la cucina

Nicoletta Dessì, ventiquattrenne guspinese, dopo cinque anni passati nel mondo della logistica e del commercio lascia una carriera lavorativa ormai avviata per ripartire dal suo orto.

Sono tante le persone che durante il periodo della pandemia hanno deciso di modificare le carte sul tavolo della propria vita, e forse anche grazie al tempo passato a casa, hanno potuto cogliere da uno stop forzato una nuova opportunità.

«Negli ultimi cinque anni - ha raccontato la giovane guspinese -  ho sempre lavorato, vivendo con molta frenesia e stress. Avevo un po’ abbandonato quelle passioni come l’arte e la musica, che frequentando la ludoteca a Guspini avevo imparato a coltivare: mi dispiaceva. Da quando è scoppiata la pandemia, ho potuto riprendere in mano la mia vita: ho perso improvvisamente mia nonna, il mio caposaldo, e forse lì ho capito che la vita in campagna non poteva essere una passione da relegare solo al tempo libero, volevo vivere ogni giorno quei ritmi lenti, per ritrovare me stessa».

Cosi Nicoletta Dessì si è iscritta a un corso di cucina presso Sa Scolla, dell’Accademia Casa Puddu, a Baradili, dove ha imparato le tecniche di lavorazione della pasta fresca. Dopo un mese a Sassari con lo chef Cristiano Andreini ha deciso di ripartire da zero, o meglio dal suo orto: «I miei colleghi ricorderanno sicuramente il mio pensiero ricorrente: “io devo tornare nella mia campagna”. Anche in cucina i ritmi erano troppo frenetici rispetto a come volevo vivere io, così sono tornata a casa» ha ricordato la giovane.

A casa ad aspettarla, la mamma Fabrizia, il papà Alessandro e la zia Giuliana a cui Nicoletta Dessì è molto legata: «Con l’aiuto della mia famiglia e dei miei nonni - ha ricordato - ho rimesso in produzione l’orto e deciso di ripartire».


Da tre settimane sta frequentando l’associazione di volontariato G.a.m.a, (Gruppi Auto Mutuo Aiuto), la cui presidente, Giuliana Zanda, è la zia di Nicoletta Dessì: «Vorrei che la mia azienda in futuro possa offrire anche aiuto agli altri. Sono molto felice che mia zia mi abbia accolta in questo mondo, facendomi conoscere delle persone meravigliose. Ricordo con emozione mio zio Roberto, che fin da piccola mi ha dimostrato quanto una disabilità potesse esprimersi parlando con gli occhi e con un sorriso, non soltanto con le parole. Probabilmente riuscire a unire tutte queste mie passioni offrendo qualcosa di utile al prossimo, sarà il mio modo di ringraziarlo».

Il progetto di Nicoletta Dessì, Ajò a mangiare è pronto a partire: «Ho deciso che voglio essere io a gestire il mio tempo: svegliarmi la mattina con il sorriso, provando a realizzare il mio sogno. Il progetto è nato per condividere la passione per la cucina e la valorizzazione dei prodotti locali. Quando cucino prediligo principalmente prodotti artigianali e genuini, perché so da dove vengono e il sacrificio che c’è dietro la loro preparazione. Nella mia idea di culurgiones ho scelto di utilizzare la semola del Mulino Garau, di Alessandro Mancosu e il formaggio dell’Armentizia moderna: credo che sia necessariofare rete tra i produttori locali. Punto a diventare un’azienda sostenibile, offrendo integrazione nel mondo della disabilità e del sociale ad adulti e bambini, grazie all’agricoltura, alle mani sporche di farina e alla musica. Credo nel cibo come integrazione: abbatte le barriere e avvicina le persone. Per me, inoltre, è stato la chiave che ha aperto il mio piccolo cassetto dei sogni. Ora finalmente sono pronta per provare a unire tutti questi puntini».

Valentina Vinci (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza: Nicoletta Dessì


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