Chiesa di Belvedere

 Arbus - Costruita a inizio anni Sessanta, già restaurata nel 2013

Riaperta la chiesetta di Belvedere, che dalla parte più alta, domina il paese.

Venerdì scorso, dopo i lavori di restauro è stata riaperta al culto. «Non una data a caso – ha esordito don Daniele Porcu, parroco della Chiesa di San Sebastiano - il mese che ci prepara a vivere la grande festa della Madonna d’Itria, nel mese di maggio dedicato a Maria. Questa tra l’altro è l’unica Chiesa all’interno del paese dedicata alla Madonna».

La chiesa, infatti, è intitolata alla Madonna Beata Vergine del Rosario, anche se nota come Chiesa di Belvedere, nel rione di Conca ‘e malu.
Fu costruita negli anni ’60 del Novecento, e già ristrutturata nel 2013. Per tanti anni la chiesa era rimasta chiusa, poi, nel 2013 la parrocchia di san Sebastiano, con l'aiuto di don Gianni Biancu, parroco a Guspini, che reperì la somma necessaria al restauro e le diede una nuova vita.

Nel dicembre scorso, il Consiglio pastorale e quello degli Affari economici, assieme a Don Daniele, hanno reperito la somma per fare fronte a un nuovo intervento di restauro, unicamente grazie alle offerte dei fedeli. Un segno tangibile di quanto la comunità religiosa arburese tenga al proprio patrimonio storico-artistico-religioso.


La messa della riapertura, terminata con la processione e la benedizione, è stata celebrata da don Andrea Martis, affiancato dal parroco della chiesa madre di Arbus, don Daniele Porcu, e da don Gianni Biancu.
«Quello che mi preme sottolineare – ha aggiunto don Daniele – è che il restauro è avvenuto unicamente con le risorse parrocchiali: tutto è stato donato dalla comunità, che investe e si prende cura delle strutture. Tutto è a servizio delle persone. La Chiesa verrà utilizzata per alcune occasioni nelle feste mariane. La cura è stata affidata alla confraternita di Nostra signora D’Itria, i cui confratelli organizzeranno anche delle iniziative. Non ci sono stati rumorosi inviti che distolgono l’attenzione dall’essenziale: al centro della cerimonia c’era la Madre che porta ciascuno di noi a seguire il Figlio».
Don Daniele ha concluso con una speranza e un invito: «Non mi accontento di restaurare una Chiesa, la vera sfida è fare maturare in ogni credente la consapevolezza del proprio battesimo e di essere chiesa: solo così sarà possibile una nuova civiltà dell’amore».

Valentina Vinci (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza e seguenti: la chiesa di Belvedere (foto di Gianpietro Sardu)

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