Sagra delle olive di Gonnosfanadiga

 Gonnosfanadiga - Le voci e le valutazioni del giorno dopo, a stand smontati

Doveva essere la sagra del rilancio dopo lo stop imposto dal Covid e dal commissariamento della Pro loco, la XXXIV Sagra delle olive di Gonnosfanadiga, targata zona artigianale, ma le cose non sono andate esattamente in quella direzione.

Il maltempo di certo ha funestato le giornate di venerdì e sabato ma anche durante la domenica, finalmente baciata dal sole, l'afflusso di visitatori è stato assai contenuto. Molte le voci critiche raccolte tra i pochi ospiti presenti agli stand, che puntavano il dito sulla scelta del luogo in cui si è svolta la sagra, tutte unanimi nel non ritenerla idonea.

È pure vero che la Fiera mercato, l'edificio che tradizionalmente ospitava la manifestazione, quest'anno non era agibile, per programmati lavori (che per altri motivi non sono partiti), come ha spiegato il sindaco di Gonnosfanadiga Andrea Floris: «Abbiamo affidato i lavori per l’impermeabilizzazione della Fiera mercato e di conseguenza con il cantiere in procinto di partire non era possibile prevedere un evento lì, nemmeno nello spazio adiacente, per problemi legati al piano pandemico e al piano di sicurezza, che deve tenere conto anche del maggiore traffico di auto che si riversa su quella zona a causa dell’interruzione della strada per Guspini».
L’amministrazione ha stanziato 15 mila euro per l’organizzazione della sagra, e il ritardo nella programmazione è stato dovuto principalmente al recente insediamento della nuova dirigenza della Pro loco, fino a poco fa commissariata.

«Noi abbiamo dato il nostro apporto organizzativo – ha detto la presidente Sandra Cara - seguendo le direttive impartite dall’amministrazione. Sicuramente si sarebbe potuto fare di meglio ma in considerazione del poco tempo a disposizione, delle avversità meteorologiche che hanno condizionato tutte le operazioni di allestimento e in generale per via dell’eccezionalità della situazione, vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, sperando che l’anno prossimo funzioni tutto meglio».


Delusi e amareggiati i produttori gonnesi, come Matteo Liscia: l'impegno profuso per la sua prima partecipazione è stato apprezzato con il Premio del miglior stand insignito dal sindaco e dalla Pro loco, ma nonostante ciò il titolare di Mater Terra Nostra è dispiaciuto per come sia stata condotta l'organizzazione: «Con altri produttori abbiamo dato il nostro apporto ma le nostre proposte non sono state prese in considerazione. Prima di tutto avremmo preferito che la sagra si svolgesse nella sua collocazione temporale ideale di metà novembre, inoltre avevamo chiesto che si potesse tenere nel piazzale della Fiera mercato, perché dotato di illuminazione e luogo di passaggio più collaudato. I visitatori sono stati meno di un quarto rispetto al solito, un risultato decisamente desolante».
Per Vincenzo Muntoni, sindaco all'epoca delle prime edizioni, serve partire da presupposti diversi: «la scelta della location deve essere rapportata all’obbiettivo che si vuole cogliere. Portarla in periferia e in una zona poco attrezzata non va bene. Bisogna tornare a coinvolgere un po’ tutta la cittadina, partendo sempre dal principio che la sagra è nata come momento economico, a partire dall’olio e dalle olive, tutto il resto è un aggregato di contorno. Chi amministra deve valutare la capacità organizzativa e di coinvolgimento, non dimenticando che gli attori non sono gli amministratori bensì i produttori , che devono essere gli interlocutori privilegiati e il cui coinvolgimento è imprescindibile».

Nella duplice veste di Consigliera comunale di maggioranza e membra del direttivo della Pro Loco, Monia Casti ha commentato: «Tra mille difficoltà del caso era importante portare a termine la sagra. Le problematiche che abbiamo dovuto affrontare sono state molte, dovute alla particolare situazione che ci ha condizionato: le normative anti pandemia da una parte e l'inagibilità della Fiera mercato dall'altra. La soluzione adottata, di trasferirci presso il Centro analisi, è stata una scelta obbligata, per consentire la realizzazione degli eventi che necessitavano di uno spazio chiuso. Inoltre abbiamo dovuto fare i conti con un nuovo assetto della pro loco, insediato da poco e non ancora pienamente efficiente: l'importante è avere dato un segnale e speriamo l'anno prossimo di fare meglio».

R. Isp. © Riproduzione riservata


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