Pecora lingua blu

 Medio Campidano - Sardegna - Non c’è pace nelle campagne, l’incubo del virus spaventa gli allevatori

Dopo ventitrè anni è ancora lingua blu. Era il 18 agosto 2000 quando venne accertato il primo caso in Sardegna del morbo della blue tongue, il virus colse impreparati allevatori e veterinari e portò via, nel giro di poche settimane, 650 mila capi ovini.

Da allora il flagello si ripresenta, quasi ogni anno, in periodi diversi e in forme differenti. Nei giorni scorsi l’Istituto zooprofilattico di Teramo, ha ricevuto le analisi dei campioni prelevati nelle aziende con casi sospetti; ma dai sintomi evidenziati dagli animali non dovrebbe esserci nessun dubbio, il virus della Lingua blu è tornato.

I contagi si stanno diffondendo a macchia di leopardo, i primi a segnalarlo sono stati gli allevatori del nuorese, poi quelli ogliastrini, nel Medio Campidano la Asl n° 6 ha registrato focolai accertati a Guspini e Gonnosfanadiga.

La situazione è preoccupante, perché gli ovini colpiti sono in procinto di partorire, esiste dunque il rischio concreto di vedere compromessa la stagione ormai alle porte. La mortalità pare essere più bassa delle scorse ondate epidemiche, ma gli animali che riescono a superare il virus restano purtroppo invalidi e improduttivi, a causa di febbre altissima, problemi alle vie respiratorie e polmonari e al sistema nervoso.


Le campagne vaccinali, i repellenti , le buone prassi di benessere animale raccomandate dai tecnici Laore, non hanno risolto l’annoso problema. Il responsabile del contagio è un insetto, il Culicoides imicola, originario delle zone tropicali africane e asiatiche, che si adatta benissimo al nostro clima.

Dopo 23 anni la condizione delle pecore sarde è precaria, l’importante patrimonio ovino isolano ogni anno subisce gravi perdite con conseguenze negative per la produzione del latte e degli agnelli.

I vertici di Coldiretti invitano gli allevatori a non allarmarsi, ma chi quotidianamente tocca con mano la problematica non dorme sonni tranquilli. La tragica possibilità di vedere vanificato il lavoro di una vita è reale, la paura di perdere in breve tempo tutto ciò che si è costruito con anni di sudore e sacrificio crea depressione e malumori. Pare che la situazione sia sfuggita di mano, nemmeno i veterinari riescono a concepire ciò che sta nuovamente accadendo.

Purtroppo nelle aziende è ancora nitido il ricordo dello scandalo del 2014, quando la Procura di Roma aprì un’inchiesta sulla campagna vaccinale del 2003-04. Quarantuno persone, tra cui diversi dirigenti del ministero della Salute di allora (governo Berlusconi II, ministro all’Agricoltura Gianni Alemanno, ministro della Salute Girolamo Sirchia, ndr), furono accusate per la presunta diffusione della Lingua blu per lucrare sul commercio dei vaccini; venne infatti somministrato un farmaco del 1947 creato nella repubblica del Sud Africa, mai testato e senza aver mai superato collaudi di sicurezza europea.

Basterà quindi l’ennesima campagna vaccinale per poter definitivamente debellare la malattia?

Stefano Cruccas (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata