Pecora lingua blu

 Pabillonis - Sardegna - Più di venti nel paese gli allevamenti colpiti

Ci risiamo, il virus della lingua blu riesplode prepotentemente.

A Pabillonis sono già una ventina (dati ,purtroppo, in continua evoluzione) le ordinanze emesse dagli uffici comunali agli allevatori, con le normative da rispettare e applicare per cercare di contrastare il propagarsi del virus.

Sono passati vent’anni dalla prima ondata: lasciò il drammatico strascico di migliaia di capi morti, infetti e improduttivi. Da allora poco è cambiato e negli allevamenti si è sempre in emergenza. Purtroppo non sono bastate le campagne vaccinali dei primi anni duemila e successivamente la vaccinazione annuale della rimonta.

Periodicamente il virus si ripresenta: l’ultima ondata è stata quella del 2013, con oltre centomila capi morti. Anche quest’anno il virus ha una forte virulenza invalidante e intere greggi sono state infettate, anche se per fortuna pare abbia una bassa mortalità. Resta comunque il fatto che i capi infettati possano avere sia aborti, e rimangono di fatto improduttivi, o che le conseguenze del morbo li renda invalidi permanenti.

La febbre catarrale degli ovini è una malattia trasmessa da insetti vettori il Culicoides imicola tramite le punture: già dopo una settimana si possono notare i primi sintomi quali febbre altissima, scolo nasale, arrossamento delle mucose linguali (nei casi più gravi la lingua ingrossata e cianotica fuoriesce dalla bocca, da qui il nome del virus lingua blu, blue tongue), complicazioni al sistema nervoso.


Il virus si è propagato velocemente, i primi casi già nel mese di agosto nel sassarese, per poi rapidamente espandersi nell’oristanese, per arrivare così nel giro di qualche settimana nel Medio Campidano.
I centri più colpiti, dove nelle ultime settimane le amministrazioni hanno dovuto autorizzare seppellimenti di pecore morte nei terreni privati, in deroga alle normali modalità, sono Villacidro, Serramanna e Guspini.

Attualmente sono 27 i sierotipi del virus, ragione per cui parrebbe difficile da debellare una volta per tutte. Ora resta da capire come agirà la Regione: nelle settimane scorse l’assessora all’Agricoltura Gabriella Murgia e l’assessore alla Sanità Mario Nieddu, assieme ai rappresentanti delle associazioni agricole, hanno cercato una soluzione tampone per il problema.

«Le risorse per fronteggiare i danni subìti e la perdita del reddito sono immediatamente disponibili» fanno sapere, ma nonostante le promesse gli allevatori restano scettici e soprattutto molto preoccupati, tra la fatica e la sofferenza le illusioni lasciano il tempo che trovano. Come sempre.

Stefano Cruccas (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata


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