Videoconferenza Storie No Scorie

 Marmilla - La videoconferenza sull'organizzazione, gli obiettivi e lo stato delle osservazioni

Storie No Scorie è un comitato spontaneo che riunisce comuni cittadini e diverse realtà produttive agricole e artigianali, attori sociali e culturali del territorio, diverse professionalità competenti nei vari settori coinvolti e soprattutto sindaci e istituzioni locali: lo scopo è esprimere la propria contrarietà allo stoccaggio delle scorie nucleari nel territorio.

In attesa di potere allestire eventi di animazione territoriale in presenza, il comitato ha realizzato sabato scorso un evento di presentazione che chi si fosse perso può trovare su youtube, con l'intento di farsi conoscere e illustrare a tutti gli eventuali interessati l'organizzazione e gli obiettivi.

Il moderatore dell’incontro, il giornalista Simone Muscas, ha introdotto assieme ai rappresentanti del comitato e dei vari gruppi operativi anche la testimonianza e il contributo dei portavoce delle unioni dei comuni di Alta Marmilla, Marmilla e Sarcidano, un rappresentante del comitato Sar x Sar – No Scorie Sarcidano per la Sardegna e Piero Loi, giornalista che in passato si è occupato della questione delle scorie in Sardegna.

È stata un’occasione di sensibilizzazione, divulgazione e confronto, in cui sono state condivise le ragioni che spingono il comitato a opporsi con determinazione all’ipotesi della costruzione di un deposito unico nazionale di scorie in Sardegna.

Nato soli cinque mesi fa, il comitato Storie No Scorie era sorto dopo la divulgazione,  il 5 gennaio scorso, della Carta nazionale aree potenzialmente idonee (Cnapi) elaborata da Sogin Spa, la società di stato incaricata dello smantellamento degli impianti nucleari e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi.

La carta riportava 14 siti individuati nel territorio regionale come idonei ad accogliere il Deposito nazionale per i rifiuti radioattivi, la maggior parte dei quali in Marmilla.


Il comitato è attualmente impegnato nello studio dei 13 criteri di approfondimento tecnico e nell’analisi del territorio, al fine di predisporre le osservazioni utili alla consultazione pubblica di luglio.

Silvia Vizzillo, una delle fondatrici del comitato, ha dichiarato: «Quanto accaduto finora, dalla costituzione del gruppo alle operazioni di ricerca e studio, è avvenuto tutto online. L’unica cosa che abbiamo potuto fare dal vivo, rispettando le restrizioni, è stata una raccolta firme, mirata a informare le persone di quanto sta succedendo nel nostro territorio. Sono state raccolte oltre 3.500 firme di comuni cittadini in meno di un mese. Venti paesi hanno aderito in modo spontaneo per sostenere la raccolta firme di persona, ma è possibile esprimere la propria adesione anche attraverso il modulo online. Speriamo di incontrarci dal vivo quanto prima, non solo per poterci vedere finalmente in faccia, ma per mobilitare ancora di più la popolazione che vuole essere partecipe delle decisioni sul proprio territorio».

T. Giada Podda © Riproduzione riservata


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