Diga Montevecchio

 Medio Campidano - Sardegna - I ritardi nell’approvazione del "Collegato" alla finanziaria lasciano i lavoratori senza certezze

Fine contratto per 300 lavoratori del Parco Geominerario, che nel Medio Campidano interessa diversi cantieri di lavoro: Guspini, Montevecchio e Gonnosfanadiga: oggi scade il loro contratto e da domani saranno di fatto licenziati.

I ritardi nell’approvazione del l'approvazione del Collegato alla manovra Finanziaria della Regione hanno impedito che si procedesse al rinnovo degli appalti, e pertanto i lavoratori sono di fatto licenziati e costretti a ricorrere agli ammortizzatori sociali, con il timore che lo stallo duri parecchio tempo.

Sembra che l'assessora al Lavoro della Regione Sardegna, Ada Lai, abbia prospettato una soluzione temporanea che consenta di riassumere i lavoratori: si tratterebbe dell'approvazione di una Delibera di Giunta prevista per domani (giovedì 21 settembre) che tuttavia, tra tempi di pubblicazione e atti conseguenti che dovrà adottare l’Aspal (Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro), potrebbe protrarre la situazione di incertezza dei lavoratori per alcune settimane.

Nel frattempo gli operai dei cantieri sono costretti a ricorrere alla Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l'Impiego, una sorta di indennità di disoccupazione), con tutte le implicazioni in termini di diminuzione del reddito: per i primi 8 giorni non viene erogata e per il periodo successivo ammonta al 75 per cento dello stipendio abituale.

Eppure le premesse perché non si giungesse a una situazione di perdita dei posti di lavoro c'erano: il 7 febbraio scorso, l’assessora Ada Lai aveva comunicato ai responsabili sindacali rassicurazioni sulle sorti dei lavoratori del Geoparco: «si procederà all’allungamento della gara fino ad agosto 2023, per poi procedere con una nuova gara triennale, questa volta strutturale, che si rinnoverà ogni tre anni. Questo garantirà finalmente la stabilizzazione del personale e un nuovo rilancio del progetto».

Rassicurazioni che però, ad alcuni mesi di distanza non hanno trovato riscontro in atti conseguenti.

Per affrontare la situazione venutasi a creare e individuare soluzioni per i lavoratori che da domani sono di fatto licenziati, si è svolto ieri un incontro tra le rappresentanze sindacali (Cgil-Filcams, Cisl-Fisascat, Uil-Uiltucs), l'assessorato regionale al Lavoro e l’Aspal. Vertice che tuttavia non ha fugato i dubbi sul futuro dei circa trecento lavoratori, di cui il 60 per cento sono provenienti dal Medio Campidano e dal Sulcis.

Aldo Manca, della segreteria Cgil-Filcams ha espresso tutta la sua contrarietà circa l'accaduto: «tutte le garanzie che abbiamo ricevuto dalla Regione in questi ultimi due anni si sono rivelate soltanto parole. La garanzia che il ricorso alla Naspi non si protragga per più di due settimane ci auguriamo venga effettivamente soddisfatta e non si riveli una promessa effimera. Siamo preoccupati per il futuro di questi lavoratori e anche per il progetto, che deve andare avanti, mentre ci sembra che non sia tra le priorità di questa amministrazione regionale».

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Nella foto: Diga Fanghi, nel Cantiere di levante, a Montevecchio