Pizza BitCoin

 Serrenti - Le criptovalute tra le forme di pagamento accettate in pizzeria

La tradizione della pizza si sposa con l'immaterialità delle criptovalute. L’attività Pipazza Pratza Food ha introdotto il Bitcoin tra le forme di pagamento accettate e i suoi clienti possono usarla per acquistare i prodotti della pizzeria.

Una novità per Serrenti che diventa così uno dei pochi paesi del Medio Campidano in cui si sta diffondendo l’uso della criptovaluta in modo diretto.

«L idea di usare un metodo di pagamento alternativo in pizzeria - ha raccontato Nicola Tumatis, titolare dell’attività – è nata per caso, chiacchierando con Nicola Carta, un esperto di criptovalute. Mi ha proposto di poter pagare le sue pizze in Bitcoin. Semplicemente incuriosito ho accettato. I miei clienti hanno chiesto informazioni ma alcuni di loro sono ancora titubanti».

Oltre ad avere offerto un ulteriore servizio alla clientela, dopo l’introduzione della moneta digitale, il locale ha anche offerto la possibilità ai cultori della materia di incontrarsi fisicamente, durante un evento appositamente concepito, con l’incontro del gruppo Satoshi Spritz: «Questi – ha spiegato Nicola Carta, esperto di criptovalute - sono una serie di gruppi a cui piace parlare di Bitcoin bevendo uno spritz a cadenze regolari in una città precisa al fine di costituire una comunità di Bitcoiner (persone appassionate di Bitcoin, ndr) distribuita in Italia. A Cagliari abbiamo iniziato da poco. L'obiettivo è quello di scambiare i Bitcoin tra noi e al contempo diffondere questo tipo di pagamento anche a qualche attività commerciale. Per questo abbiamo organizzato l'evento a Serrenti, perché la pizzeria Pipazza Pratza Food è praticamente l'unica nella zona ad accettare questo tipo di pagamento».


Nel mondo digitale le criptovalute hanno ormai assunto un ruolo importante, soprattutto dal punto di vista finanziario e di investimento. La loro diffusione nei negozi fisici, invece, rappresenta ancora una novità in via di affermazione:uno scenario che in futuro potrebbe cambiare, e la pizzeria di Serrenti ne è un piccolo esempio.

«L’obbiettivo di Pipazza – ha concluso Tumatis - è quello di aggiungere qualche nuovo cliente, magari qualcuno delle vicinanze o di passaggio. Per noi è una piccola pubblicità e una risorsa in più. In futuro sicuramente si parlerà tanto di questi metodi di pagamento, e noi proviamo a essere pronti».

Le criptovalute nascono dal concetto informatico di protocollo, ovvero un insieme di regole determinate che consentono di mettere in comunicazione due dispositivi, ad esempio due computer oppure due portafogli elettronici.

La connessione deve essere semplice, chiara e sicura. «Il protocollo Bitcoin – ha spiegato Nicola Carta - crea un registro pubblico di transazioni immutabile nel tempo e resistente alla censura, questo registro è conosciuto con il nome di Blockchain. Bitcoin è un programma open source, quindi completamente libero, creato e sostenuto da volontari».

Certo è che la diffusione delle monete elettroniche, che sono sostenute solo da chi le utilizza e non hanno alle spalle una banca centrale, presuppone una fiducia cosiddetta distribuita. Attualmente questa fiducia non sembra illimitata, e ne è una prova la facilità con cui in passato il loro prezzo di scambio è variato. Una diffidenza che spesso è dovuta anche a una scarsa conoscenza della materia: eventi come quello organizzato dal gruppo Satoshi Spritz, anche se sono nati con un obiettivo diverso, possono aiutare nella divulgazione di una cultura sulle criptovalute.

Emanuele Corongiu (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata