Consiglio comunale aperto San Gavino

 San Gavino  Consiglio comunale straordinario alla Fonderia a sostegno della vertenza della Portovesme Srl

Adesione di massa di rappresentanti del territorio e istituzionali al Consiglio comunale straordinario convocato dall'amministrazione comunale di San Gavino nel piazzale antistante la Fonderia, per esprimere sostegno e solidarietà ai lavoratori in relazione alla grave crisi degli stabilimenti di proprietà della Portovesme Srl (Glencore).

All’iniziativa lanciata dal sindaco di San Gavino Carlo Tomasi, su richiesta delle organizzazioni sindacali, hanno aderito i sindaci del Medio Campidano e i loro rappresentanti, il sindaco di Portoscuso, gli assessori regionali all'Industria, Anita Pili e all’Ambiente Marco Porcu, il deputato nazionale Gianni Lampis e la consigliera regionale Rossella Pinna, che hanno così voluto sostenere e dare maggiore peso all’azione di lotta sulla vertenza che riguarda la Fonderia di San Gavino e gli impianti industriali di Portovesme.

Presenti con loro anche le organizzazioni sindacali e la Rsu dello stabilimento di San Gavino, i rappresentanti della Diocesi e i lavoratori.

Dopo gli interventi dei sindaci e dei rappresentanti istituzionali, hanno fatto il punto della situazione sindacati e Rsu: «È normale che su questa vicenda i riflettori siano puntati sul Sulcis, dove i numeri sono più grandi - ha detto Loredana Zuddas, segretaria generale Cisl Medio-Campidano - ma per noi è prioritaria e fondamentale la salvaguardia di questa unità produttiva, che è uno dei pochi presidi industriali ormai presenti nel Medio Campidano, da difendere con le unghie e con i denti». Con lei anche gli altri rappresentanti sindacali confederati, Emanuele Madeddu Cgil, e Pierluigi Loi, I.


Quella della Portovesme Srl, è una vertenza che ha ripreso vigore dopo la mobilitazione dei quattro operai saliti in cima alla ciminiera della fabbrica, alta 100 metri nel Sulcis e che di fatto ha riaperto i tavoli delle trattative a livello nazionale e governativo. Al centro della crisi c’è sempre la questione dei costi energetici, il cui rialzo ha determinato gravi perdite dell’azienda e che richiede una soluzione con interventi ad hoc per la Sardegna.

«Ciò che ci interessa – hanno spigato i delegati Rsu dello stabilimento di San Gavino (Cristiano Lixi - Filcem Cigl, Enrico Porceddu - Femca Cisl e Carlo Ambus - Uiltec Uil –  è che il governo mantenga l’impegno di trovare una soluzione e che la Glencore riavvii, come più volte affermato da parte dell’amministratore, gli impianti in stand-by per far sì che 1500 lavoratori riprendano il proprio posto di lavoro. I tempi ormai si stanno accorciando e le probabilità che l’azienda inizi le manutenzioni necessarie al riavvio degli impianti per almeno altri 2 o 3 anni si fanno sempre più scarse. Dopo ci sarà solo lo spazio per un processo di riconversione degli impianti, con i lavori stimati in 4 o 5 anni, periodo in cui i lavoratori non potranno usufruire di uno stipendio dignitoso ma dovranno sopravvivere con il sussidio della Cassa Integrazione».

Red. I.s.p. © Riproduzione riservata

Immagine in evidenza: i sindaci e i loro rappresentanti durante il Consiglio comunale straordinario

Immagine seguente: i rappresentanti Rsu (davanti, da sinistra: Enrico Porceddu, Cristiano Lixi e Carlo Ambus)


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