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Consiglio Sardara

 Sardara - La decisione dopo la dissociazione politica di novembre: «speravo cambiasse qualcosa, ma non è successo»   

C'eravamo tanto amati. Il titolo del capolavoro di Ettore Scola sembra fatto apposta per sintetizzare quanto accaduto tra il gruppo di maggioranza Dialogo e Futuro per Sardara e Saimen Piroddi, eletto in Consiglio comunale tra i suoi candidati consiglieri.

Piroddi ha annunciato le sue dimissioni da consigliere comunale ieri sera, in Aula, durante il Consiglio comunale di Sardara. Prima di gettare la spugna definitivamente aveva già preso le distanze dal gruppo di maggioranza lo scorso novembre, con un atto di dissociazione politica.

«È stata - ha commentato l'ormai ex consigliere Piroddi - una scelta sofferta ma necessaria. Appena eletti, dal mio punto di vista, si è presa una piega diversa da quella pattuita con i cittadini in campagna elettorale, a partire dal modo di comunicare, tutt'altro che trasparente, come invece avevamo garantito. Comunicazione mancata già a partire tra noi componenti del gruppo. Con il gesto estremo di abbandonare politicamente la maggioranza, a seguito di palesi contrasti di opinione, speravo che qualcosa cambiasse in meglio. Invece l'ostinazione a procedere, senza interpellare nessuno, in primis la comunità, mi ha messo in condizioni di non sentirmi più coerente e in grado di portare avanti le idee che avevamo concordato nel programma elettorale».

«Non lascio per lavoro»

All'annuncio di Piroddi in Aula è seguito un intervento del sindaco Giorgio Zucca: «La ringrazio per l'apporto che ha dato alla maggioranza. Nell'ultimo periodo, purtroppo, il lavoro l'ha impegnato tantissimo. Però, nei precedenti mesi, è stato da stimolo, si è impegnato in tante cose. La ringrazio a nome di tutta la maggioranza».

Sull'intervento del sindaco però lo stesso Piroddi ha voluto replicare: «Una precisazione: non mi sto dimettendo per questioni di lavoro. Non l'ho mai detto. Altrimenti, l'avrei scritto».

E infatti il lavoro non compare tra le motivazioni che hanno influito sulla scelta dall'ex consigliere, in parte già esternate a novembre, all'atto della sua dissociazione politica.
Le parole chiave erano ben circostanziate: comunicazione, trasparenza, coinvolgimento e considerazione tra le mancanze sottolineate allora e ribadite anche in considerazioni successive.

«Ogni cosa ha una fine - ha dichiarato dopo il Consiglio, Saimen Piroddi - e io non sono attaccato alla poltrona. Ci sono due tipi di promesse elettorali, quelle materiali e quelle non materiali. Materiale è promettere un'infrastruttura, per esempio, non materiale è promettere trasparenza e dialogo. Contravvenire alla prima può dipendere da tecnicismi burocratici, ma mantenere la seconda non costa niente: dipende solo dalla volontà politica e dall'apertura mentale di un gruppo: Sardara ha bisogno di apertura per poter accogliere il cambiamento di cui ha bisogno».

Le reazioni in Consiglio

Rispetto per la scelta del consigliere ma anche dispiacere per l'accaduto hanno ispirato le dichiarazioni che si sono susseguite in Aula, dopo l'annuncio delle dimissioni.

«Ero convinto fosse entusiasta di fare il consigliere - ha detto l'assessore ed ex compagno di gruppo politico Antonio Mameli - poi chiaramente qualcosa si è inceppato, probabilmente anche per colpa nostra, della maggioranza. Non saprei, sto ipotizzando, probabilmente, visto che ha detto che non è per il lavoro. Vedere uno che si affaccia per la prima volta in Consiglio, poi andarsene, diciamo che è una sconfitta, praticamente, per tutto il Consiglio».

Nel suo intervento, il capogruppo di minoranza, Ercole Melis, ha detto: «Personalmente, sono dispiaciuto perché, a prescindere dal nome o dalla persona, perdere i consiglieri perché hanno perso quello spirito, quella voglia di fare che li aveva portati a candidarsi, sinceramente dispiace. Ringraziamo per la collaborazione in Consiglio, che abbiamo potuto constatare con il consigliere, collaborazione che continuerà anche fuori da quest'aula».

 

Redazione I.S.P. © Riproduzione riservata

 

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