Funtanazza

 Arbus - La Giunta risponde a un'interrogazione sulla limitazione all'accesso di Funtanazza

Dopo i numerosi post di denuncia pubbicati da tanti cittadini, sulla legittimità della presenza della sbarra che impedisce l’accesso al litorale di Funtanazza, la questione è approdata al Consiglio comunale di Arbus, dove il consigliere del gruppo Avanti Arbus, Agostino Pilia, ha presentato un’interrogazione in merito.

Quella di Funtanazza è un’area nota oltre che per la pineta verde, per la presenza dell’ex colonia intitolata a Francesco Sartori, inaugurata nel 1956 e che aveva il compito di ospitare i figli dei minatori in villeggiatura. Chiusa nei primi anni Ottanta, nel 2003 fu acquistata dall’ex governatore della Sardegna, Renato Soru.

Nella sua interrogazione, Pilia ha sollevato alcuni dubbi riguardo la correttezza dell’installazione della sbarra che blocca la strada di accesso al litorale di Funtanazza: «L’accesso al compendio di Funtanazza è ostacolato dalla presenza della sbarra che impedisce di raggiungere la spiaggia alle persone con disabilità e solamente in prossimità dell’estate è aperta al transito in determinate fasce orarie. Una condizione in contrasto con la legge, la quale afferma che l’accesso alla spiaggia deve essere consentito. La sbarra è stata per lungo tempo divelta e poggiata sul terreno, la sua nuova installazione è stata autorizzata? A me non risulta ci sia mai stata un’autorizzazione in tale senso, né mai i preposti enti paesaggistici e forestali si siano espressi a favore di una qualsiasi autorizzazione di installazione».

Oltre a ciò, il consigliere Pilia ha anche evidenziato un altro aspetto: «Perché mai all’interno di un’area privata il servizio di rifiuti e il salvamento a mare sono a carico del Comune? In caso di incendio o intervento sanitario è possibile un accesso immediato nell’area del servizio di pronto intervento? Il servizio dei rifiuti e il salvamento a mare sono legittimamente a carico del Comune di Arbus? Sembrerebbe che il privato abbia condizione di privilegio rispetto alla collettività nonostante il compendio ancora oggi viva una condizione di abbandono e grave pericolo per i frequentatori del luogo».


All’interrogazione ha così risposto il sindaco Paolo Salis: «La sbarra ha un’autorizzazione del 1956, su licenza edilizia ed è da ritenersi parte integrante dell’originaria licenza. L’uso pubblico della strada è riferibile alla dicatio ad patriam che si perfeziona con la volontà del proprietario di mettere l’area a disposizione della collettività a patto che sia stata oggetto di interventi da parte della pubblica amministrazione. Nel 2004 e poi nel 2015 la sbarra è stata chiusa, interrompendo così i termini per una possibile usucapione. La sbarra impedisce il passaggio solo alle auto, non ai pedoni e neanche ai mezzi di sicurezza. Per quanto riguarda i rifiuti e il salvamento a mare: gli stessi sono da ritenersi espletati dall'amministrazione in quanto servizi per i fruitori dell’arenile».

Successivamente il consigliere Pilia ha espresso le sue perplessità riguardo le risposte: «La sbarra impedisce l’accesso alla spiaggia, non ci sono analogie con la sbarra di Torre dei Corsari. La prima sbarra di Funtanazza dovrebbe restare aperta, anche per la salvaguardia e la tutela degli immobili presenti nel caso di incidente».

Valentina Vinci (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) © Riproduzione riservata

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