Sanluri - Consegnato dal prefetto Tomao il titolo, durante il Consiglio comunale solenne
Chiamatela città: Sanluri è stata ufficialmente insignita del titolo, venerdì sera, nella corte interna del Castello medievale, dove si è svolto il Consiglio comunale solenne alla presenza del prefetto di Cagliari Gianfranco Tomao e delle autorità civili, militari e religiose.
Il sindaco Alberto Urpi ha ripercorso le varie fasi che hanno portato Sanluri a ottenere il riconoscimento dello status di città, sancito dal decreto firmato lo scorso aprile dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Un iter cominciato formalmente quasi un anno fa, nel settembre 2020, quando il Consiglio comunale approvò all’unanimità la relazione predisposta per procedere alla richiesta della concessione del titolo: «nonostante ci si stesse avvicinando alle elezioni di ottobre, il Consiglio di allora si mostrò compatto nel dimostrare attaccamento e amore per il proprio territorio», ha sottolineato Urpi.
L’onorificenza ottenuta racconta molto della Sanluri di oggi e del livello di attrattività cui aspira, ma allo stesso tempo affonda le sue radici in un passato che l’ha vista protagonista di fatti storici spesso anche dolorosi ma di grande rilevanza per l’intera regione e per il futuro assetto della penisola.
Centro e crocevia di interessi socio-economici, fin dall’epoca romana, Sanluri si distinse per la produzione e lo sviluppo della filiera cerealicola. Il progredire del tessuto sociale ed economico ha portato poi, in tempi ben più recenti, alla nascita della prima industria chimica del territorio, delle prime catene in franchising e di altre realtà imprenditoriali innovative.
Prima della consegna della pergamena, il prefetto Tomao ha affermato: «il titolo onorifico è un riconoscimento per tutta la comunità di Sanluri, che ha saputo realizzare condizioni di benessere sociale ed economico con il proprio lavoro, e per le amministrazioni che si sono succedute nel tempo. Non manca nulla a questa città, che conta poco più di 8 mila abitanti ma custodisce un patrimonio storico e culturale di tutto rispetto».
Grande soddisfazione espressa anche dalla vicesindaca e assessora alla Cultura Antonella Pilloni: «abbiamo ereditato un grande territorio. Valorizzarlo, conoscere le nostre radici e la nostra identità ci aiuterà a progettare e costruire il futuro, e questo riconoscimento sarà di grande stimolo».
Filo conduttore degli interventi che si sono susseguiti nel corso della cerimonia è l’imprescindibile collaborazione tra i vari enti territoriali, nell’ottica di un percorso di crescita condiviso, come sottolineato da Marco Pisanu, presidente dell’unione comuni Marmilla e dal presidente del Consorzio turistico Sa corona arrubia Francesco Sanna, che ha commentato: «l’attribuzione del titolo di città a Sanluri è un riconoscimento per tutti coloro che lavorano per il territorio».
Un concetto, quello della collaborazione, che è ricorso anche negli interventi di alcuni rappresentanti dell’imprenditoria sanlurese, tra cui Giuseppe Melis, Alberto Cellino, Carlo Scano e Salvatore Pilloni.
Quest’ultimo, recentemente nominato cavaliere del lavoro, ha rivolto un pensiero a ragazzi e ragazze che si trovano ad affrontare un futuro caratterizzato da incertezza e precarietà: «mi metto a disposizione dell’amministrazione e della comunità affinché si possa creare un progetto che coinvolga i giovani», ha dichiarato.
In chiusura di Consiglio, la commemorazione dei caduti de Sa battalla, il 30 giugno del 1409, e il ricordo di quanti, uomini e donne, furono catturati a seguito della disfatta dell’esercito del Giudicato d’Arborea per essere venduti come schiavi al mercato della Corona d’Aragona, come ha tenuto a ricordare lo storico Gianni Mereu.
Sabrina Abis © Riproduzione riservata
Immagine in evidenza: un momento del Consiglio comunale solenne