Villacidro - Un nuovo striscione per l'ex collega morto sul lavoro tre anni fa
Una levata all'alba per ricordare il collega scomparso. Si sono dati appuntamento alle 6 di questa mattina, di fronte ai cancelli della ex Villaservice, a Villacidro, amici e colleghi di Ignazio Sessini.
Alle 6 perché fu a quell'ora, il 5 luglio di tre anni fa, che si scoprirono i resti dell'operaio rimasto vittima del trituratore, nell'impianto di trattamento della frazione organica dei rifiuti.
Gli ex colleghi hanno collocato, davanti all'ingresso degli impianti di trattamento rifiuti, un nuovo striscione, realizzato a mano, con la scritta «Ignazio resterai per sempre nella memoria del nostro cuore», affiancato a dei fiori. La nuova scritta accompagna quella un po' sbiadita ma sempre perentoria di un altro striscione, presente da tre anni a reclamare verità e giustizia per quella tragedia.
Proprio sul fronte della giustizia, pochi giorni fa, martedì 2 luglio, si sarebbe dovuta tenere l'udienza preliminare del processo al tribunale di Cagliari, davanti al giudice Michele Contini, rinviata però per un difetto di notifica. È stata riaggiornata a ottobre la nuova data per l'apertura del procedimento che vede sotto accusa per omicidio colposo sei persone tra dirigenti e responsabili dell'azienda: Antonella Concas, presidente della società all'epoca dei fatti, Massimo Cortese, direttore, Efisio Deiana, capo impianto, Cristian Cabriolu, responsabile di reparto e i consiglieri Davide Sardu e Alessandro Lai.
Immancabile tra i presenti il ricordo dell'operaio scomparso, tra citazioni e aneddoti scambiati tra gli ex colleghi, a rievocare lo spirito amichevole e gioioso di Sessini, ma anche la sua determinazione e fermezza nel rifiutare ogni situazione di ingiustizia, nella vita di ogni giorno così come sul posto di lavoro.
Pensieri affettuosi che inevitabilmente si sono mischiati a una rabbia ancora viva per il tentativo, messo in atto fino dal momento della tragedia, di attribuire la causa della morte a un gesto intenzionale: una menzogna inaccettabile per gli ex colleghi, e un atteggiamento vile e irresponsabile che ha ulteriormente accresciuto il dolore di familiari e amici della vittima, nell'illusione, da parte di chi lo ha messo in campo, di allontanare le vere responsabilità dell'accaduto, sulle quali la giustizia sancirà la verità dei fatti.
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